FINALMENTE LA MONTAGNA AL CENTRO DELL’ATTENZIONE DELL’ONU
Ecco la Risoluzione sullo Sviluppo Sostenibile della Montagna, un documento epocale che nasce anche grazie ai diplomatici italiani

di Agostino Da Polenza - EvK2Minoprio - Progetto Mountain Genius

Stavolta l’elefante ha partorito la montagna, mica un topolino. Dopo la COP 27, insabbiatasi sulle coste del Mar Rosso, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ci riserva una bella sorpresa, approvata da 110 governi (numero altissimo) e negoziata nel Palazzo di Vetro da bravi diplomatici italiani e dai loro colleghi kirghisi: la Risoluzione sullo Sviluppo Sostenibile della Montagna. 

Per le montagne e i suoi abitanti ma non solo è un documento epocale. Sono 10 pagine e 28 articoli, che incoraggiano e chiedono ai Governi, alle Agenzie dell’ONU, alle Istituzioni e a tutte le organizzazioni sociali ed economiche che hanno a che fare con le montagne nel mondo, di occuparsene con intensità e determinazione, collaborando tra loro, ribadendo che le montagne sono vitali e fondamentali per il futuro dell’umanità.  

Per questo l’Assemblea Generale ha deciso di proclamare dal 2023 al 2027 “Cinque anni di azione per lo sviluppo delle regioni montane”. Azione, non chiacchiere; un quinquennio di “particolare” attenzione e intenso lavoro per le montagne e per chi in montagna ci vive. 

Le montagne non son affatto territori “marginali”come conformismo e ignoranza ci propinano. Un terzo delle terre emerse della Terra e più del 20% della popolazione del mondo le abita. In Italia il rapporto è anche superiore. 

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Questa delle Nazioni Unite è invece una risoluzione che mette i piedi sul terreno, declinando la specificità dei territori montani, i punti di forza e le vulnerabilità, che indica rimedi e le politiche per attuarli, siano riferiti alla natura o ai sistemi sociali e culturali. 

Nella risoluzione è scritto che la salvaguardia delle conoscenze tradizionali deve camminare con i centri di eccellenza per lo sviluppo sostenibile con il miglioramento del reddito per le comunità montane locali. Vengono incoraggiate le soluzioni innovative, l’imprenditorialità e l’economia green e circolare, per alleviare l’isolamento e la povertà, per attivare soluzioni sostenibili di adattamento alle conseguenze negative, spesso catastrofiche dei cambiamenti climatici. All’interno della risoluzione si legge che l’energia e la sua disponibilità, spesso collegata alle risorse idriche che si generano sulle montagne, sono beni che devono esser accessibili alle migliori condizioni per la gente di montagna.

Le comunità di valle, agricole e produttive, devono mantenere e vedere valorizzato il loro ruolo di custodi del patrimonio naturale, della biodiversità e delle specificità agricole e alimentari, vanno garantiti strumenti educativi, culturali e sostegni economici utili al mantenimento del lavoro dignitoso per i giovani, per la parità di genere, il diritto a migliorare le proprie condizioni di vita e benessere.

Ripreso anche all’interno della risoluzione, il concetto di ONE HEALT e della sua applicazione è un punto chiaro. È il richiamo all’attenzione degli Stati e delle Istituzioni, delle comunità e delle persone verso la salute dell’uomo. 

Certo la pandemia ha colpito duro e speriamo insegnato qualcosa ma la salute da rispettare e curare è anche quella della natura, mi si conceda l’espressione francescana, quella dei nostri “fratelli” del mondo animale e vegetale. Siamo un’unica vita. Ed è vita anche il paesaggio, sono vita le montagne nelle loro espressioni geologiche e glaciali.

Nel documento si fa poi riferimento agli “agricoltori e  pastori di montagna svolgono un ruolo chiave nell’agroecologia”. Mica poco. Saranno anche pochi i loro voti, politicamente conteranno nulla nelle “capitali”, ma – viene detto – il loro ruolo è fondamentale per tutti, anche per la gente di pianura e delle città, e va supportato con forza riducendo l’impatto della burocrazia e fornendo servizi, insomma facilitando la vita.  Questo deve accadere non solo in Italia. Per esperienza pluri-decennale acquisita in Himalaya e Karakorum, occupandomi anche di pascoli e allevamento, anche da quelle parti l’esigenza è questa.

Nella risoluzione si fa riferimento inoltre alle montagne come “sentinelle scientifiche ambientali” alla criosfera come elemento di positiva importanza ma anche alla criticità delle risorse idriche e del dissesto idrogeologico.  La raccomandazione è alla ricerca, allo studio, alla condivisione dei dati, delle informazioni, delle  best practice, ma anche delle tradizioni come delle conoscenze innovative. 

Il cancro della terra lo si sconfigge con il sapere, il coraggio, la generosità degli uomini, come accade per quello umano. Per questo è forte da parte delle Nazioni Unite che si esprimono in questi giorni per le montagne, l’invito agli Stati “a rafforzare la cooperazione scientifica… e la condivisione dei risultati”.

Anche l’ambientalmente temuto turismo, viene promosso quando accetta il principio di sostenibilità e consapevolezza e “genera benefici economici per le comunità locali”. Nel documento si evidenzia poi che le foreste, sono un punto cruciale delle terre alte della Terra, sono i catalizzatori delle risorse idriche i serbatoi della biodiversità e assorbono i gas serra riducendo gli impatti ai cambiamenti climatici. Vanno governate con rispetto e curate, quelle montane per certi versi sono ancora più delicate .

I giovani delle montagne, sono uno dei patrimoni che la risoluzione dell’ONU tiene un maggiore conto. E’ determinante il rafforzamento del loro ruolo con l’istruzione, la formazione, la conoscenza degli ecosistemi montani, le sfide per il lavoro e il benessere, spesso negato ma sempre legittimo, tendo presente che l’inazione avrebbe un ingente costo in termini i economici, sociali e ambientali.

Gli Stati, le Istituzioni e le Comunità sono in ogni articolo di questa risoluzione, richiamati a un pressante dovere di intervento e azione, ma anche la finanza internazionale sempre più ricca e dominante, è invitata al confronto con il futuro critico dell’umanità. 

Anche la finanza privata si sta’ dando delle regole con i bilanci di sostenibilità, Enveromental, Social, and Corporate Governance–ESG , che sono ormai il presupposto di accettabilità e onorabilità di molte grandi aziende e organizzazioni finanziarie nei mercati internazionali. Le Nazioni Unite con questa risoluzione chiedono strumenti per spostare il paradigma del finanziamento della protezione ambientale e dello sviluppo sostenibile, dalla finanza pubblica, sempre più risicata, a quella dell’impegno “obbligato” della finanza privata.

Per questo obiettivo e in perfetta coerenza con quanto riporta la risoluzione dell’ONU, è in gestazione in questi mesi a cura di EVK2Minoprio, a Bergamo, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e due giganti internazionali della gestione amministrativa e dell’ingegneria ambientale, PWC e Ramboll, la piattaforma EcoGENIUS, che applica la tecnologia blockchain per trovare sul mercato finanziario risorse per l’ambiente.  

Con il Parco delle Orobie Bergamasche stiamo lavorando in questa direzione. Sono molti i progetti nel cassetto con ambizioni di miglioramento e adattamento delle nostre montagne ai cambiamenti climatici, pochissimi i soldi pubblici disponibili, ed EcoGENIUS  è un’opportunità in più. In parallelo e su una scala molto più grande stiamo anche applicando EcoGENIUS anche al Gilgit-Baltistan, la regione del Pakistan che al vertice vanta il K2. Un gemellaggio operativo e ideale tra le montagne della bergamasca e quelle del Karakorum.

Qui puoi leggere la risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite intitolata Sviluppo Sostenibile della montagna

Il sito mountaingenius.org nasce come testata web di NEWS per raccontare e informare sul mondo della montagna, dal punto di vista dell’ambiente, della ricerca e di chi la vive.

Il lancio della nuova versione italiana e internazionale di mountaingenius.org
avviene il giorno 11 dicembre in occasione della giornata mondiale della montagna.

Giorni
Ore
Minuti
Secondi

Dal sito web si ha inoltre la possibilità di accedere ai dati delle ricerche scientifiche, ai documenti relativi alle best practices e ai progetti promossi nell’ambito di Mountain Genius.

Mountain Genius è un brand e progetto promosso da EvK2Minoprio in collaborazione con diversi Enti, Università ed Imprese. Nasce per raccogliere il know-how relativo alla ricerca, alla gestione e alla salvaguardia dei territori montani.

COP27: 2 A 0 PER I CAMBIAMENTI CLIMATICI

di Agostino Da Polenza - EvK2Minoprio - Progetto Mountain Genius

La COP 27, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, è finita al ribasso. Partita sulle sponde del Mar Rosso, senza i leader di India e Cina, è terminata con l’accordo sull’istituzione di un fondo dei Paesi ricchi per i danni provocati dai cambiamenti climatici, che però dovrà essere definito durante il 2023 e approvato l’anno prossimo alla COP28 in Arabia Saudita, uno dei maggiori produttori di petrolio del mondo. Nessuna risposta invece sullo stop alle emissioni, tutto come prima, comprese le inadempienze. UE e ONU deluse.

Se i ritmi di degenerazione violenta del clima sono quelli previsti dai modelli degli scienziati e che proviamo sulla nostra pelle ormai stagionalmente, allora è bene che ognuno cominci a organizzarsi per adattarsi ai cambiamenti climatici, cercando di mitigare i danni. “Ognuno” sono gli stati, i governi locali, gli stakeholder, le persone. Chi ha buon senso si costruisca un’arca o cerchi qualcuno che lo ospita sopra la propria.

Certo servono risorse, tantissime, quelle che i paesi poveri o emergenti chiedono a quelli ricchi. E tutti gli Altri? Forse si potrebbero attivare finalmente i meccanismi del mercato finanziario per spostare il costo della protezione della natura e dell’adattamento ai cambiamenti climatici dal finanziamento pubblico a quello della finanza privata. C’è da sperare che alla COP28, oltre che alle chiacchiere e al fondo di ristoro con prelievo dalle tasche degli Stati e quindi di tutti noi, si possa finalmente attingere anche dalla finanza privata, sempre più ricca e dominante, ma anche disposta, così sembrerebbe, a occuparsi dei destini del mondo. Con l’auspicio e la raccomandazione alla politica che questo non sia, stavolta, lo strumento per speculazioni selvagge e il green washing. 

Parliamo di montagne. Se le piccole isole saranno sommerse, come ci comunicano da anni alle varie COP e le pianure, dall’India a quella Padana, saranno allagate o invivibili perché soffocate dall’acqua salmastra, saranno le montagne a sopportare un’enorme pressione demografica e la loro naturale fragilità ambientale non potrà di certo reggere. Ce ne vogliamo occupare molto più seriamente? Dove sono gli scienziati dell’IPCC che ci lavorano? Dove le sessioni di lavoro alla COP?  Non ci sono solo i ghiacciai, che certo non stanno bene ma di cui tutti si occupano, probabilmente non avendo mai maneggiato altro ghiaccio che quello dei loro drink!

Le montagne oggi sono il 30% delle terre emerse, ma rischiano di diventare il 50% se il 20% delle terre emerse finisce sott’acqua. E il 20 % della popolazione che oggi le custodisce, rischia diventare il 40 o 50%, che le consumerà rapidamente nel disperato tentativo di “accogliere” i profughi ambientali delle pianure e quelli che fuggiranno dalle megalopoli. Scenari apocalittici? Sì, che non auguriamo né ai nostri nipoti né ai loro figli e nipoti.  Ma che possiamo rallentare e dai quali possiamo proteggerci con azioni di adattamento. Dobbiamo crederci. Certo le COP, come questa 27, fanno cascare le braccia a terra. 

FOCUS EVENTI SU AMBIENTI MONTANI E CRIOSPFERA AL COP27

Note di Laura Russo: Inviata al COP27 per EVK2CNR per il progetto Mountain Genius e Mountain Partnership

TRE SCATTI DA
MOZZARE IL FIATO

Maschio di leopardo delle nevi nella regione dell’Everest.

Secondo il ricercatore Sandro Lovari, esperto in Ecologia comportamentale, Etologia e Gestione della fauna e collaboratore di EvK2Minoprio nell’ambito del nostro progetto Mountain Genius, l’animale è stato probabilmente immortalato nella sua fase di spostamento da una vallata a un’altra.

Gli scatti sono stati realizzati da Kittiya Pawlowski nella regione del Khumbu, in Nepal.

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11 DICEMBRE MAGAZINE ONLINE

STAY TUNED

Credits: Kittiya Pawlowski

MOUNTAIN GENIUS PER LA COP27

In onore di questo grande evento abbiamo attivato una webcam dal tetto del mondo...

WEBCAM MONTE EVEREST

*Le immagini sono libere da copyright (fonte: mountaingenius.org) per tutta la durata della COP27

COP27: UNA WEBCAM SUL MONTE EVEREST

Per mettere le montagne al centro delle politiche ambientali

Con l’obiettivo di puntare l’attenzione delle politiche ambientali sugli ecosistemi montani – simbolicamente, in occasione della COP27, viene attivata da EvK2Minoprio una Webcam con una visione unica e formidabile sul monte EVEREST: il tetto del mondo.

La webcam del Monte Everest è stata attivata dall’Organizzazione EVK2Minoprio in concomitanza della COP 27 2022.

Si tratta di una webcam installata sopra il Kala Patthar, una montagna del Nepal situata di fronte all’Everest, in Himalaya, a un’altezza di 5.675 metri (18.619 piedi).

La webcam cattura, da una distanza di soli 10 km in linea d’aria, l’immagine in diretta del monte Everest ed è la webcam più alta del mondo.

È stata installata per la prima volta da scienziati italiani nell’ambito del progetto EvK2CNR / NAST Pyramid Laboratory Observatory EvK2.

Oggi il progetto viene promosso e gestito da EvK2Minoprio insieme alla Nepal Academy of Science and Technology (NAST) e un gruppo di Università italiane, UNIMI, UNI Chieti, UNICA, UNIBS.

L’obiettivo è quello di raccogliere informazioni e dati scientifici sui cambiamenti climatici, in particolare per quanto riguarda la fisica e la chimica dell’atmosfera, lo studio dell’evoluzione dei ghiacciai, dell’acqua e dei fenomeni correlati, della salute umana, della vegetazione e della fauna nella regione dell’Everest, della ricerca relativa alla sismica, alla geologia e alla geofisica.
Sono inoltre attivi progetti relativi allo sviluppo e di capacity building nei territori montani.

Dopo un periodo di alcuni anni di ridotta operatività, il Pyramid Laboratory Observatory EvK2 riprende la sua attività ripristinando le sue stazioni meteorologiche.

Oggi, con l’obiettivo di puntare l’attenzione delle politiche ambientali sugli ecosistemi montani, in occasione della COP27, viene attivata una Webcam con una visione unica e formidabile sul monte EVEREST: il tetto del mondo.

Informazioni tecniche: un’installazione complessa

La EWC Everest Web Cam ha un’installazione particolarmente complessa.

La webcam è situata a Kala Pattar a 5600 m, a soli 10 Km in linea d’aria dalla Cima del Monte Everest.

Si trova in un ambiente dove i fenomeni atmosferici e ambientali possono essere estremi. Invia un immagine al minuto nelle condizioni di luce ambiente corrette, si spegne automaticamente di notte o in condizioni di cattiva luce.

Per trasmettere le immagini è collegata a una potente antenna WiMax. Webcam e antenna sono alimentate insieme da un sistema fotovoltaico intelligente che quando non ce luce spegne il tutto per conservare le batteria.

L’antenna Wi Max di Kala Pattar è collegato con un ripetitore sito su una collina sopra al Pyramid Laboratory Observatory EvK2 dove si trovano altre 2 antenne WiMax, una che guarda verso Kala Pattar e una che punta al Pyramid Lab EvK2. Anche questa antenne vengono alimentate da un sistema fotovoltaico intelligente che quando non ce luce spegne il sistema per conservare le batteria. Le antenne e le camere sono state fornite da Mobotix e sono prodotti di grande resistenza ambientale.

Presso il Pyramid Laboratory Observatory EvK2 I computer acquisiscono le immagini provenienti da Kala Pattar. Al laboratorio il segnale per accedere ad internet  arriva tramite  serie di diversi ripetitori WiMax fino a Namche Bazar, il villaggio situato più in basso nella valle deel Khumbu.

Da lì immagini arrivano fino ai server di Mountain Genius.

L’attenzione del mondo sul progetto

“L’Osservatorio sull’Everest deve essere salvato, dicono gli scienziati Una struttura di ricerca a metà dell’Everest è fondamentale per la ricerca sui cambiamenti climatici e la biodiversità”.

da un articolo apparso sulla rivista SCIENTIFIC AMERICAN

“Vorrei esprimere apprezzamento dell’OMM per l’intenzione di riaprire questa stazione, all’interno della sua sfera di influenza, come una struttura unica di importanza globale”.

Da una dichiarazione del WMO,
Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite